Il lupo e la farfalla

Letture

“Nonno, cane e bambino rimasero lì a guardare quello spettacolo, ma piano piano il bambino cominciò ad avanzare finché il nonno fu costretto a trattenerlo. E se con una mano lo teneva fermo, con l’altra gli tappava la bocca, per impedirgli d’urlare o fare mille domande. E quella mano del nonno che gli chiudeva la bocca e anche un po’ il naso aveva l’odore di legna bruciata, tabacco e polvere da sparo che per lui, da quel giorno, fu anche l’odore dei lupi”.

Da Il lupo e la farfalla di Francesco Niccolini

Il romanzo “Il lupo e la farfalla” di Francesco Niccolini è stato presentato il 20 marzo 2019 presso l’atelier di Les Mots Perdus. L’incontro, a cura della Libreria Cuccumeo e condotto da Teresa Porcella. Alessio Boni e Marcello Prayer hanno letto brani del libro alla presenza dell’autore, che alla fine ha dialogato col pubblico.

Riportiamo l’interessante recensione di Laura Montanari per Repubblica:

C’è il lupo e c’è il bosco «dove niente e nessuno ti può fare del male se tu non gli permetti dei fiutare la tua paura». Poi c’è un paese senza nome che quindi può essere quello di ciascuno di noi, su una qualche montagna. Il nonno è il capocaccia, ma per il bambino è anche la madre e il padre che ha perso. Quest’ultimo in guerra, mai tornato dalla Russia. Quella che racconta ne’ Il lupo e la farfalla (Mondadori), Francesco Niccolini, drammaturgo toscano, autore di testi teatrali interpretati da Alessio Boni, Marco Paolini e molti altri attori, è una storia che potrebbe non avere un tempo preciso anche se è ambientata nel dopoguerra e ad un certo punto il bambino racconta lo stupore di quando in paese – poche case di montagna arriva la luce con l’energia elettrica.

Al centro della narrazione indiscutibilmente c’è la natura e il rispetto degli animali anche quando si va nella foresta imbracciando un fucile per la caccia: «Non si spara alle femmine giovani, incinte, con cuccioli, non si spezzano rami. Non si uccide un animale «se a casa hai già carne a sufficienza», non si sparano più di due colpi (poi «devi rinunciare»), non si spara senza capire che «la morte è sacra quanto la vita» sono le regole del nonno. Niccolini prende ispirazione da un lavoro teatrale ed editoriale precedente, la Grande Foresta (con Luigi D’Elia, pubblicato da Titivillus) per dare vita a un testo molto diverso che ruota ancora intorno alla figura del lupo: è lui il colpevole di sempre? È lui il fantasma che dà corpo alle nostre paure? O è soltanto l’ombrello che ci ripara dalle angosce? Fin dalla prima pagina il lettore sa che non si addentra in una natura che è amica alla maniera disneyana, qui il bosco è pane quotidiano per la gente di montagna, è regole da rispettare, un patto comune.

Mentre gli inverni e le polente si alternano alle primavere e alle altre stagioni, il bambino cresce e il nonno gli trasmette un sapere semplice e arcaico come gli arnesi di un artigiano, qualcosa di utile per imparare il mestiere di vivere. Un giorno però succede qualcosa di inaspettato e doloroso e serve un colpevole: ora, lì e subito. A voi chi viene in mente? Il lupo? Ci sono storie che tengono i segreti nascosti dietro a curve improvvise, dentro a giorni che cominciano come gli altri e che invece si distingueranno per sempre nella memoria. Non sveliamo altro, se non che le illustrazioni che accompagnano il testo sono di Carla Manea e che la scrittura di Niccolini è perfetta nel tenere i fili di questo lungo racconto trasmettendo un’etica ambientalista, per noi cittadini a volte ruvida e arcaica, ma vera come il formaggio con la polenta, come le tracce degli animali sulla neve, come i risvegli di primavera coi ribes e le fragole selvatiche sul sentiero.

Il lupo e la farfalla
Autore Francesco Niccolini
Illustratrice Carla Manea
Edito da Mondadori per la collana Oscar Junior

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